Sfiorato dal sospetto di avere nella propria disponibità dei denari in conti esteri, il ministro Bondi ha reagito con violenza dichiarando di vivere in un “paese barbaro”.
Vogliamo credere al ministro quando afferma che questo sospetto è infondato, facendogli osservare tuttavia che è proprio la violenza della sua reazione ad alimentare qualche sospetto.
Egli avrebbe potuto dichiarare più semplicemente: “Smentisco la notizia, ma se per caso dovesse risultare che esiste qualche conto estero a me riconducibile, esso sarebbe stato aperto da qualcuno a mia insaputa”. Nessuno si sarebbe meravigliato: sono cose che succedono. Ricordate quando viaggiò sull’Eurostar con il suo cane? In quel caso dichiarò di non sapere che i cani non possono viaggiare in Eurostar. Certamente nessuno lo notò e poté obiettarglielo, perché se lo avesse fatto egli sarebbe sceso subito dal treno.
Ci rimane un dubbio. Quando il ministro dice di vivere in un “paese barbaro” cosa vuole intendere?
Il paese è barbaro per il solo fatto di sospettare di lui oppure perché ha consentito che egli sia potuto diventare ministro?
Una preghiera al ministro. Sia più contenuto nei suoi giudizi. Se egli si sente barbaro, non estenda questo giudizio a tutti i suoi concittadini i quali, se un ministro non si accorge che qualcuno gli sta pagando l’appartamento, qualcun altro si porta il cane sul treno perché non sa che è vietato, avranno pure il diritto di nutrire qualche dubbio quando sono sfiorati da un qualche sospetto.
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Ministro Bondi, ci consenta almeno di sospettare!
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